Bologna, estate
del 1855: una terribile epidemia di colera causa 4000 morti in pochi mesi.
La città è sotto choc, in migliaia fuggono nelle campagne, mentre
il Municipio tenta di fronteggiare la diffusione del morbo aprendo lazzaretti
e Uffizi di Soccorso, ma sarà quasi tutto inutile: il colera era una
malattia misteriosa, di cui non si sapeva nulla e tutte le terapie risultarono
inefficaci. La Biblioteca dell'Archiginnasio racconta l'epidemia con una mostra,
basata per lo più su proprio materiale, ma anche su documenti dell'Archivio
Storico del Comune e della Società Medica Chirurgica. La Deputazione
Straordinaria di Sanità, appositamente creata per gestire l'emergenza,
dovette affrontare problemi enormi, dalla cura dei tantissimi malati, al seppellimento
di migliaia di cadaveri. Cercò di attuare provvedimenti per fermare
il contagio, ma non si sapeva che il vibrione del colera, non ancora scoperto,
si diffondesse in particolare attraverso le acque dei pozzi e dei canali contaminate
dai liquami infetti. L'acqua, per secoli la grande ricchezza di Bologna, si
trasformò in strumento per diffondere la morte.
La mostra racconta come si viveva a Bologna al tempo del colera, tra preghiere
pubbliche, affari (la vita continua, anche nei momenti più difficili),
e la paura, costante, assillante, di riconoscere in sè i primi sintomi
della malattia. I documenti esposti permettono di conoscere i protagonisti
dell'impari lotta contro il colera: medici famosi, farmacisti e giovani dottori
alle prime armi, alcuni dei quali moriranno nei lazzaretti, ma anche di far
riemergere dall'oblio la gente del popolo: lavandaie, ortolani, becchini e
poveri parroci di periferia protagonisti, loro malgrado, di uno dei momenti
più tragici della storia di Bologna.
Mostra
1855 Cholera morbus. Società e salute pubblica nella Bologna
pontificia
Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio
Piazza Galvani 1, Bologna
Dal 20 aprile al 21 agosto 2010