BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 9.1.1

Bozza con interventi manoscritti di Mario Cagli della famosa lettera indirizzata a Girolamo Modesti - che non la pubblicò - da undici uomini politici e di cultura: Francesco Berti Arnoaldi Veli, Gianguido Borghese, Mario Cagli, Andrea Emiliani, Cesare Gnudi, G. Federico Mancini, Eugenio Riccomini, Antonio Santucci, Giulio Supino, Vittorio Telmon, Roberto Vighi. Il «critico dissenso» era stato suscitato, per ultimo, dal fatto che Modesti - al contrario del rilievo dato da altri quotidiani nazionali - nel giornale cittadino aveva dedicato un solo trafiletto in cronaca ai festeggiamenti in onore del settantesimo compleanno di Giuseppe Dozza «strenuo combattente antifascista, il popolare sindaco della Liberazione e della ricostruzione».

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 9.1.4

Bozza con interventi manoscritti di Mario Cagli della famosa lettera indirizzata a Girolamo Modesti - che non la pubblicò - da undici uomini politici e di cultura: Francesco Berti Arnoaldi Veli, Gianguido Borghese, Mario Cagli, Andrea Emiliani, Cesare Gnudi, G. Federico Mancini, Eugenio Riccomini, Antonio Santucci, Giulio Supino, Vittorio Telmon, Roberto Vighi. Il «critico dissenso» era stato suscitato, per ultimo, dal fatto che Modesti - al contrario del rilievo dato da altri quotidiani nazionali - nel giornale cittadino aveva dedicato un solo trafiletto in cronaca ai festeggiamenti in onore del settantesimo compleanno di Giuseppe Dozza «strenuo combattente anjpgascista, il popolare sindaco della Liberazione e della ricostruzione».

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 9.1.4

Bozza con interventi manoscritti di Mario Cagli della famosa lettera indirizzata a Girolamo Modesti - che non la pubblicò - da undici uomini politici e di cultura: Francesco Berti Arnoaldi Veli, Gianguido Borghese, Mario Cagli, Andrea Emiliani, Cesare Gnudi, G. Federico Mancini, Eugenio Riccomini, Antonio Santucci, Giulio Supino, Vittorio Telmon, Roberto Vighi. Il «critico dissenso» era stato suscitato, per ultimo, dal fatto che Modesti - al contrario del rilievo dato da altri quotidiani nazionali - nel giornale cittadino aveva dedicato un solo trafiletto in cronaca ai festeggiamenti in onore del settantesimo compleanno di Giuseppe Dozza «strenuo combattente anjpgascista, il popolare sindaco della Liberazione e della ricostruzione».

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 9.1.6/2 (dono Francesco e Giuliano Berti Arnoaldi Veli)

Prova di stampa del manifesto che fu fatto affiggere in tutta la città per rendere noto il testo della lettera scritta al direttore de «Il Resto del Carlino» e da lui non pubblicata. Cagli spiega così le ragioni della presa di posizione, scrivendo a Eugenio Scalfari con la richiesta di pubblicazione della lettera aperta su «L'Espresso»: «il nuovo direttore, Girolamo Modesti, richiamato dagli Stati Uniti per riparare i gravi scivolamenti "estremistici" del suo predecessore Enzo Biagi, non ha perso tempo e non ha fatto fatica a trasformare il giornale da conservatore (con simpatie socialdemocratiche) a sfacciatamente fascista... Il Modesti non ha pubblicato la lettera e noi domani facciamo un manifesto, riportandola per esteso e affiggendolo in tutta la città».

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 8.2.10/1

L'articolo - nel dattiloscritto originale e nel ritaglio dell'edizione a stampa - riporta il testo di un'intervista di Cagli a Renato Zangheri, eletto sindaco di Bologna nel 1970. Argomento principale del colloquio sono «la valutazione ed interpretazione della nuova prospettiva, che va sotto il nome di "compromesso" o di "blocco storico"», e i rapporti fra P.C.I. , Democrazia Cristiana e tutti i partiti che rappresentano le forze laiche e democratiche. La lunga intervista si conclude con una domanda sul governo di Bologna, a proposito del quale Zangheri sottolinea come «l'esperienza di amministratore comunale è un'esperienza viva e appassionante, poiché la città è sensibile politicamente, molto matura».

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 8.2.10/2

L'articolo - nel dattiloscritto originale e nel ritaglio dell'edizione a stampa - riporta il testo di un'intervista di Cagli a Renato Zangheri, eletto sindaco di Bologna nel 1970. Argomento principale del colloquio sono «la valutazione ed interpretazione della nuova prospettiva, che va sotto il nome di "compromesso" o di "blocco storico"», e i rapporti fra P.C.I. , Democrazia Cristiana e tutti i partiti che rappresentano le forze laiche e democratiche. La lunga intervista si conclude con una domanda sul governo di Bologna, a proposito del quale Zangheri sottolinea come «l'esperienza di amministratore comunale è un'esperienza viva e appassionante, poiché la città è sensibile politicamente, molto matura».

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 8.2.10/2

L'articolo - nel dattiloscritto originale e nel ritaglio dell'edizione a stampa - riporta il testo di un'intervista di Cagli a Renato Zangheri, eletto sindaco di Bologna nel 1970. Argomento principale del colloquio sono «la valutazione ed interpretazione della nuova prospettiva, che va sotto il nome di "compromesso" o di "blocco storico"», e i rapporti fra P.C.I. , Democrazia Cristiana e tutti i partiti che rappresentano le forze laiche e democratiche. La lunga intervista si conclude con una domanda sul governo di Bologna, a proposito del quale Zangheri sottolinea come «l'esperienza di amministratore comunale è un'esperienza viva e appassionante, poiché la città è sensibile politicamente, molto matura».

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 9.2.3

«Interprete discreto e stimolante delle cose pubbliche, interlocutore cercato ed ascoltato» (Aldo Bacchiocchi, 1983), Mario Cagli svolse un'importante attività pubblicistica, collaborando con diverse testate, principalmente «Il Mondo» e «La Repubblica». In questo articolo Cagli interviene nella discussione nata dalla proposta avanzata da Bettino Craxi del nome di Giuliano Vassalli per l'elezione al Quirinale e si schiera con i contrari, visto che Vassalli era avvocato difensore di accusati di corruzione nel processo Lockheed. Pur affermando la legittimità della difesa di chiunque da parte di chi svolge la professione di avvocato, Cagli sostiene che «esercita legittimamente un diritto di libertà» chi rifiuti il voto al candidato che «appaia non idoneo, anche sul piano dell'opportunità contingente, a ricoprire l'alta funzione che gli viene proposta». Nella lettera Eugenio Scalfari ringrazia Cagli per il «pezzo che era come sempre chiaro ed efficace».

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 9.5.20

«Interprete discreto e stimolante delle cose pubbliche, interlocutore cercato ed ascoltato» (Aldo Bacchiocchi, 1983), Mario Cagli svolse un'importante attività pubblicistica, collaborando con diverse testate, principalmente «Il Mondo» e «La Repubblica». In questo articolo Cagli interviene nella discussione nata dalla proposta avanzata da Bettino Craxi del nome di Giuliano Vassalli per l'elezione al Quirinale e si schiera con i contrari, visto che Vassalli era avvocato difensore di accusati di corruzione nel processo Lockheed. Pur affermando la legittimità della difesa di chiunque da parte di chi svolge la professione di avvocato, Cagli sostiene che «esercita legittimamente un diritto di libertà» chi rifiuti il voto al candidato che «appaia non idoneo, anche sul piano dell'opportunità contingente, a ricoprire l'alta funzione che gli viene proposta». Nella lettera Eugenio Scalfari ringrazia Cagli per il «pezzo che era come sempre chiaro ed efficace».

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 8.1.8/2

In questo editoriale appare nettissima la testimonianza civile di Mario Cagli che, a un anno dalla strage del 2 agosto alla stazione di Bologna, denuncia il fatto che «l'inchiesta non va avanti; si ha l'impressione, anzi, che vada indietro, avvolta e frenata da una grigia cortina fumogena».

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 9.2.9

Nell'articolo - qui nel dattiloscritto originale con interventi autografi e nel ritaglio a stampa - Cagli, a commento della pubblicazione del Diario di Piero Calamandrei, interviene sul tema del consenso che avrebbe accompagnato l'ascesa del regime fascista, sottolineando come il Diario testimoni il travaglio di un «uomo di saldissimi principi morali» che, se da insigne giurista collaborò alla stesura del codice di procedura civile del 1942, fu apertamente contrario all'entrata in guerra dell'Italia e fu tra i fondatori del Partito d'Azione. A proposito dell'entrata in guerra, Cagli sottolinea come «questo fu l'ultimo delitto fascista (e quanto, e quanti l'abbiamo sofferto!): costringere la parte migliore del paese a sperare nella vittoria del "nemico"», fino a dover rinnegare la propria patria.

BCABo, fondo speciale Mario Cagli, 9.5.24

Nell'articolo - qui nel dattiloscritto originale con interventi autografi e nel ritaglio a stampa - Cagli, a commento della pubblicazione del Diario di Piero Calamandrei, interviene sul tema del consenso che avrebbe accompagnato l'ascesa del regime fascista, sottolineando come il Diario testimoni il travaglio di un «uomo di saldissimi principi morali» che, se da insigne giurista collaborò alla stesura del codice di procedura civile del 1942, fu apertamente contrario all'entrata in guerra dell'Italia e fu tra i fondatori del Partito d'Azione. A proposito dell'entrata in guerra, Cagli sottolinea come «questo fu l'ultimo delitto fascista (e quanto, e quanti l'abbiamo sofferto!): costringere la parte migliore del paese a sperare nella vittoria del "nemico"», fino a dover rinnegare la propria patria.