"L'Avvenire d'Italia", Bologna, 7 marzo 1964
7 MARZO, SABATO MATTINA
I legali
del Bologna avanzano la richiesta di revisione delle analisi,
utilizzando il secondo campione di urine, non ancora analizzato,
e conservato presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano.
La Società nomina perciò un proprio gruppo di sei periti in vista
del contraddittorio con i periti federali. Nelle stesse ore, però,
tre avvocati del foro bolognese, Mario Cagli, Arrigo Gabellini
e Alberto Magri, accompagnati dal presidente del Consiglio dell'Ordine
di Bologna, Salvatore Mauceri, presentano, di propria iniziativa,
un esposto-denuncia al fine di garantire "imparzialità e perizia
delle analisi". Il sostituto procuratore della Repubblica di Bologna,
Domenico Bonfiglio, apre immediatamente un procedimento contro
ignoti e per prima cosa ordina il sequestro di tutti i campioni
di analisi incriminati: quelli già utilizzati e quelli ancora
da analizzare. Nel frattempo, a Roma, due parlamentari liberali,
l'onorevole Agostino Bignardi e il senatore Enzo Veronesi, presentano
un'interrogazione al Ministro del turismo e dello spettacolo perché
si chiarisca il "caso doping" che riguarda il Bologna.