Dall'Ara al lavoro nella storica sede del Bologna Football Club in via Testoni 5.
Renato Dall'Ara (Reggio Emilia, 10 ottobre
1892 - Milano, 3 giugno 1964) Nativo di Reggio Emilia, subito
dopo la Prima guerra mondiale si trasferisce a Bologna dove apre
un piccolo laboratorio di maglieria in via del Pratello. Col tempo
il lavoro aumenta e l'attività viene trasferita in uno stabile
più grande in via Boldrini. Verso la fine degli anni Venti arriva
anche il successo imprenditoriale, soprattutto col lancio sul
mercato della famosa "Thermomaglia" e dei giacconi di lana "Norge",
ispirati al nome del dirigibile utilizzato nel 1926 da Umberto
Nobile per compiere la prima trasvolata artica. La sua vita di
piccolo-medio industriale di provincia che si è guadagnato il
titolo di "commendatore", cambia radicalmente nel giugno del 1934
quando, in seguito all'allontanamento forzoso dalla scena pubblica
di Leandro Arpinati e del suo braccio destro, il presidente rossoblu
Gianni Bonaveri, gli alti quadri del Partito Fascista bolognese
gli affidano la guida della sezione calcio della Bologna Sportiva.
Anche se senza esperienza nel mondo del pallone ma con la passione
di un grande tifoso, Dall'Ara, si butta con entusiasmo nella nuova
avventura, dapprima con l'incarico di "commissario straordinario",
poi come vero e proprio presidente. I primi anni della sua dirigenza
sono da record: conquista subito la Coppa dell'Europa Centrale
poi, fra il 1935 e il 1941, porta il Bologna alla conquista di
quattro scudetti e del prestigioso Trofeo dell'Esposizione di
Parigi nel 1937, tanto che nasce il mito dell'undici rossoblu
come dello "squadrone che tremare il mondo fa". Dall'Ara, guiderà
la società felsinea ininterrottamente per trent'anni, fino al
giorno della sua morte, il 3 giugno 1964, appena quattro giorni
prima della conquista dell'ultimo scudetto. Il 3 giugno 1984,
a vent'anni esatti dalla scomparsa, gli è stato intitolato lo
stadio comunale.