Il 31 ottobre 1926 Benito Mussolini rimane illeso
in un attentato attribuito all’anarchico Anteo Zamboni: la repressione del dissenso
si fa più cruenta e gli antifascisti passano ad operare in esilio o in clandestinità.
La guerra devasta Bologna: tra 1943 e 1945 i bombardamenti danneggiano oltre
il 40% dell’abitato, provocando migliaia di morti.
Dopo l’8 settembre 1943, con l’occupazione nazista e la costituzione del Comitato
di Liberazione Nazionale - comunisti, socialisti, azionisti, liberali e democristiani - si
scatena la lotta armata in città. Il 7 novembre 1944 la Battaglia di Porta Lame è
ricordata a livello europeo come la più importante battaglia urbana tra partigiani
e nazifascisti. Il 21 aprile 1945 Bologna è libera. Il CLN nomina sindaco Giuseppe Dozza.
Durante il suo mandato la città deve affrontare la ricostruzione non solo materiale,
ma «della vita pubblica e democratica, ricostruzione della fiducia e del rispetto,
ricostruzione, infine, della efficienza amministrativa».
Dagli anni ’60 del Novecento il Comune avvia la realizzazione delle grandi infrastrutture
e della rete dei servizi sociali, culturali e alla persona. Negi stessi anni i movimenti
sociali e studenteschi e le battaglie per i diritti civili coinvolgono profondamente
i cittadini di Bologna. Dal 1974 la città è vittima di stragi e di atti di terrorismo.
Si ricorda in particolare la strage fascista alla Stazione di Bologna il 2 agosto 1980:
per "l’eccezionale prova di democratica fermezza e di civile coraggio" la città ebbe
la medaglia d’oro al valore civile. Le manifestazioni del 1977 e la morte - l’11 marzo -
dello studente Francesco Lo Russo segnano la vita e la storia della città.
Nuove riflessioni si impongono e accompagnano Bologna verso i mutamenti globali
del XXI secolo.