Vaticinia Pontificum, sive Prophetiae Abbatis Joachini
Il prezioso manoscritto miniato A.2848 della Biblioteca dell’Archiginnasio contiene i Vaticinia Pontificum falsamente attribuiti a Gioacchino da Fiore, e di cui è ora disponibile un’edizione facsimilare (AyN Ediciones - Madrid). Nel manoscritto simbolici ritratti di Pontefici e raffigurazioni emblematiche (soprattutto animali, reali o mostruosi) sono accompagnati da testi profetici, allegorici ed enigmatici, come quello che identifica in Urbano VI la bestia terribilis dell'Apocalisse.
L’opera è tutta incentrata su profezie concernenti la successione dei Pontefici e sulle loro responsabilità rispetto al destino della Chiesa. Il testo, che appartiene alla tradizione della letteratura profetica medievale pseudo-gioachimita, parla di papi – da Nicolò III (1277-1280) a Eugenio IV (1431-1447) – senza rivelarne i nomi; ma chi sapeva osservare con attenzione le immagini ed interpretare le parole del testo poteva indovinare gli eventi futuri.
La storia dei Vaticinia si snoda lungo il periodo della grande crisi religiosa tra tardo Trecento e primo Quattrocento. In questo periodo - che comprende i settant'anni del papato avignonese, il grande scisma, i concili di Costanza e Basilea, la crisi hussita - il principio della continuità apostolica si trovò costantemente al centro del dibattito europeo che auspicava una riforma della curia romana.
La realizzazione del codice, miniato in Italia da due artisti diversi, è databile entro la prima metà del Quattrocento. Le grandi miniature che illustrano le trenta profezie sono attribuite ad un artefice dalla sensibilità decorativa di tipo gotico-settentrionale, mentre al Maestro delle Vitae Imperatorum – attivo per la cerchia del duca Filippo Maria Visconti – sono state attribuite la Sibilla Persea e la Sibilla Libica che illustrano le prime carte.
Il manoscritto appartenne alla biblioteca di Pelagio Palagi (1775 - 1860), artista poliedrico, assurto a grande celebrità, tanto da divenire pittore di corte per i Savoia. La raccolta libraria di Palagi è uno dei più preziosi fra i fondi che costituiscono il patrimonio della Biblioteca dell'Archiginnasio.
Collocazione: A 2848