Il merito delle donne, scritto da Moderata Fonte in due giornate. Oue chiaramente
si scuopre quanto siano elle degne, e piu perfette de gli huomini. - In
Venetia : presso Domenico Imberti, 1600. - \8!, 158, [2] p. ; 4o. ((Marca
Z1125 sul front. - Ritratto dell'autore a c. a4v. - Iniziali xil. - Segn.:
a4 A-V4. - La c. V4 bianca.
Collocazione: 11. h. I. 18; 11. g. II. 21 op. 02
Modesta dal Pozzo Zorzi
Nacque a Venezia il 15 giugno 1555 da Gerolamo e Maria Dal Moro. Rimasta
orfana di entrambi i genitori all'età di un anno trascorse 'infanzia,
contesa fra parenti interessati al ricco patrimonio che ella aveva ereditato,
fra il convento e la casa dei nonni; successivamente si trasferì
presso la sorellastra della madre.
Dimostrò precocemente notevoli doti intellettuali e una grande passione
per lo studio che poté coltivare grazie all'incoraggiamento del secondo
marito della nonna e dello zio acquisito, Giovanni Nicola Doglioni, che
le permisero di ricevere un'educazione raffinata e la incoraggiarono a scrivere.
Nel 1572 si sposò con l'avvocato Filippo Giorgi (o Zorzi) dal quale
ebbe quattro figli, ma continuò a coltivare la sua passione letteraria
e componendo opere di vario genere. Dei suoi numerosi scritti di argomento
religioso o mondano solamente alcuni furono editi per l'interessamento del
Doglioni. Nel 1581 uscirono a Venezia, sotto lo pseudonimo di Moderata Fonte,
i Tredici canti del Floridoro, poema dedicato ai granduchi di Toscana Francesco
de' Medici e Bianca Capello.
Morì di parto a 37 anni, il 2 novembre 1592. Otto anni dopo, nel
1600, i suoi figli insieme a Doglioni diedero alle stampe la sua opera,
Il merito delle donne alla quale era premessa una biografia dell'autrice
scritta dal Doglioni.
Il merito delle donne è scritto in forma di dialogo: sette donne
veneziane unite "da cara e discreta amicizia", s'incontrano nella
"casa bellissima" con un "giardino bellissimo" di una
di loro, e nell'arco di due giornate discutono sulla condizione della donna
e sui rapporti con l'uomo. Ognuna delle protagoniste rappresenta una particolare
condizione - la donna sposata da tempo, la sposa novella, la vedova, la
madre attempata con la figlia, la vedova e l'intellettuale nubile - e la
discussione verte sui vantaggi delle rispettive situazioni e sul rapporto
fra i sessi. Le sette amiche mettono in luce come sia ingiustificata la
preminenza che la società accorda agli uomini e come sarebbe auspicabile
una vita autonoma e senza vincoli, ma successivamente si chiedono perché
le donne siano "schiave volontarie fino alla morte" degli uomini.
Lopera sottolinea limportanza dellinsegnamento reciproco
fra donne in vari campi del sapere, tra cui le scienze naturali e la medicina,
per emanciparsi dal potere maschile. e si conclude con una richiesta agli
uomini di una maggiore comprensione e collaborazione.
http://www.treccani.it/enciclopedia/modesta-dal-pozzo_(Dizionario-Biografico)
http://www.lib.uchicago.edu/efts/IWW/BIOS/A0016.html