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MOSTRE

La stagione dei Bentivoglio nella Bologna Rinascimentale.
Le testimonianze librarie
mostra a cura di Anna Manfron e Anna Maria Scardovi

Inaugurazione venerdì 20 ottobre, ore 17.30, Sala dello Stabat Mater. Seguirà cocktail offerto dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Dal 21 ottobre 2006 al 7 gennaio 2007.
Apertura, con ingresso libero, ore 9-18.45 nei giorni feriali; 9-13.45 il sabato; chiusa nei giorni festivi.
Visite guidate su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone.
Info: 051 276811; archiginnasio@comune.bologna.it

L'esposizione s'inserisce nella manifestazione con la quale, a cinquecento anni di distanza, la città intende ricordare la famiglia dominante nella Bologna rinascimentale in coincidenza con l'anniversario della cacciata.
L'evento, organizzato dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, dalla Biblioteca dell’Archiginnasio e dal Museo Civico Medioevale di Bologna, è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Bologna, il Comune di Bologna e l’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna, e si articola in tre diversi percorsi tematici:
- La Famiglia (presso la Fondazione del Monte);
- 1506. La Cacciata dei Bentivoglio (presso il Museo Civico Medioevale);
- Le testimonianze librarie (presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio).

Giovanni Sabadino
degli Arienti
De civica salute
Tommaso Seneca
da Camerino
Historia Bononiensis
Virgilio
Eneide
Giovanni Sabadino
degli Arienti
Hymeneus Bentivolus

La mostra
Gli anni della signoria di Giovanni II Bentivoglio (1463-1506) coincisero con l'introduzione in Italia della stampa a caratteri mobili. La nuova tecnica giunse a Bologna intorno al 1470 e uno dei principali protagonisti di quel grande cambiamento fu Francesco Puteolano, curatore della prima edizione datata bolognese - le Opere di Ovidio - stampata in società con Annibale Malpigli e Baldassarre Azzoguidi nel 1471. Il Puteolano, docente universitario e precettore in casa Bentivoglio, opera all'interno dei due ambienti cittadini che nella seconda metà del Quattrocento furono determinanti per i destini del libro bolognese: da un lato lo Studio che aveva fatto di Bologna uno dei maggiori centri librari italiani fin dal Medioevo, dall'altra il ceto dirigente che vedeva nell'industria del libro un'occasione per l'espansione delle attività economiche della città.
La pacificazione interna ottenuta dai Bentivoglio - che valse alla famiglia il riconoscimento di un ruolo di preminenza favorito dagli accordi conclusi con il papato e le principali potenze italiane - determinò un periodo di rinascita economica ed una conseguente rifioritura dell'Università, che poté allora reclutare figure illustri di filosofi, medici e giuristi. In questi anni l'umanista Codro, docente dello Studio e intellettuale di corte, rifiutando di accettare la proposta di trasferirsi presso un'altra Università, scrisse della città: omnia nunc splendent, nunc tota Bononia floret. Implicito omaggio, questo, ai Bentivoglio, onorati del resto anche dal mondo del libro in molti modi: dalle dediche a vari membri della famiglia poste all'inizio di tanti volumi, alle sottoscrizioni nelle quali i tipografi dichiarano realizzate e concluse le proprie edizioni tempore felicis status libertatis Bononiae, sub divo Iohanne Bentivolo Cive primario, fino ai manoscritti splendidamente miniati realizzati per celebrare la vita di corte e le feste dei Bentivoglio.
Nella mostra, allestita con esemplari posseduti dalla Biblioteca dell'Archiginnasio, è possibile vedere alcuni di questi eccezionali prodotti librari. Fra i manoscritti, il ricco Hymeneus Bentivolus, autografo di Giovanni Sabadino degli Arienti composto per celebrare il matrimonio (1487) fra Annibale, primogenito di Giovanni II, e Lucrezia d'Este, figlia del duca di Ferrara, e la Cronaca di Galeazzo Marescotti, un manoscritto miniato su commissione dell'autore ed offerto a suggello dell'amicizia tra la sua e la famiglia dominante. Fra i volumi a stampa, opere del Beroaldo, del celebre giurista Ludovico Bolognini e, oltre all'Ovidio del 1471, altri tra i primi libri tipografici bolognesi, alcuni dei quali miniati - come il Petrarca del 1475 - a conferma del fatto che i libri stampati entro il XV secolo erano considerati del tutto simili ai manoscritti. Completa la mostra una scelta di rarissimi esemplari di cosiddette "stampe popolari" quali un calendario delle feste comandate, un pronostico in volgare, il Libro del perché, l'Arte del ben morire, il Libro del maestro et del discipulo e un adattamento in volgare delle Favole di Esopo illustrate, un libro di lettura, questo, di grande successo stampato nella cartiera di Ginevra Sforza, moglie di Giovanni II Bentivoglio.