Giacomo Leopardi e Bologna. Libri, immagini e documenti
8 maggio - 30 settembre 1998
La mostra è stata organizzata dall'Archiginnasio nel
bicentenario della nascita del poeta (29 giugno 1798), in
collaborazione con il Dipartimento di Italianistica
dell'Università di Bologna, con il patrocinio della Giunta
nazionale Leopardiana e il sostegno della Soprintendenza per
i beni Librari della Regione Emilia Romagna.
Dell'esposizione, aperta dal 18 maggio al 30 settembre 1998,
e visitata da 15.000 persone, è in via di preparazione
un catalogo che uscirà entro l'anno 1999.
La mostra, a cura di Marco A. Bazzocchi, Cristina Bersani e
Valeria Roncuzzi, è stata dedicata al soggiorno di Leopardi
in questa città, che avvenne a più riprese tra il 1825 e il
1827, con un ultimo rapido passaggio nel 1830.
Sono stati rintracciati i documenti, manoscritti e a stampa,
che testimoniano del rapporto tra Giacomo Leopardi e Bologna,
della vita che condusse in questa città, e dei riflessi che
l'ambiente culturale e sociale da lui frequentato poté avere
nei suoi scritti e nella sua visione del mondo.
E' stato quindi visivamente illustrato lo scambio che
senz'altro ci fu tra Leopardi e Bologna, rapporti che
sfociarono sul piano personale in alcune durature amicizie.
Egli vi giunse per la prima volta nel 1825 su sollecitazione
del letterato Pietro Giordani, già coronato da un alone di
fama letteraria, propiziata dal fatto che proprio qui erano
apparse l'anno precedente, per i tipi del Nobili, le prime
dieci Canzoni.
Viene pertanto delineato l'ambiente legato alle
frequentazioni salottiere e i ritrovi dove l'élite dell'epoca
coltivava le buone letture, ivi compresa quella dei
periodici. Si ricostruisce a tale proposito quella che poté
essere la biblioteca di Giacomo nel periodo considerato. Sono
esposti anche documenti inerenti agli spettacoli teatrali
rappresentati in quel periodo, e alle feste religiose di cui
il poeta fu occasionale spettatore. Sono stati esposti
arredi, dipinti, sculture e soprammobili d'epoca, che
alludono all'accoglienza in un salotto aristocratico e ai
luoghi di lettura, che dovettero essere familiari al
poeta.
Emerge contestualmente un quadro urbanistico e architettonico
della città, in cui si colloca la presenza di Leopardi sul
finire degli anni '20 del XIX secolo, utilizzando vedute e
carte geografiche della città e scene d'interni. A ciò si
aggiungono alcune descrizioni di Bologna nelle guide
dell'epoca e diari dei viaggiatori stranieri che transitarono
in quegli anni.
Un momento centrale del percorso di mostra è la rievocazione
di alcune figure che si affacciano dagli scritti leopardiani,
quali Carlo Pepoli, cui dedicò una Epistola in versi,
pubblicata proprio a Bologna in una raccolta del 1826, o
Pietro Brighenti, editore de Il caffè di Petronio, che vide
il Leopardi fra i collaboratori. Non manca un accenno all'
Accademia dei Felsinei in cui Leopardi si trovò inserito, e
all'Accademia di Belle Arti, di cui ambì invano a diventare
segretario, dove si esprimeva una temperie culturale dominata
dal classicismo.
Un importante capitolo della rassegna riguarda infine le
lezioni di Giosue Carducci sul Leopardi, per mettere in luce
il ruolo importante da lui giocato nella valorizzazione e
nella comprensione di questo autore, che si giova della ricca
documentazione conservata nella Biblioteca di Casa Carducci,
collegata con l'Archiginnasio.
Sulle tracce di Leopardi si compirà quindi un itinerario
appassionante, da far percorrere al pubblico tramite
l'esibizione di libri, immagini, ritratti e documenti,
debitamente illustrati da pannelli e didascalie.
La mostra è stata inaugurata il 18 maggio nella sala dello
Stabat Mater in concomitanza con un convegno dedicato a
questo argomento, organizzato dall'Università degli Studi di
Bologna (18 - 19 maggio) e con un concerto, che ha avuto
luogo al Teatro Comunale di Bologna, in cui sono stati
eseguiti brani musicali ispirati a Leopardi, composti per
l'occasione da quattro giovani autori.