UNA PASSIONE BALCANICA
politica coloniale, affari e botanica tra la dissoluzione dell'impero ottomano
e la seconda guerra mondiale.
Il fondo "Antonio Baldacci" in mostra all'Archiginnasio
Le carte e i libri di Antonio Baldacci (Bologna 1867-1950), singolare figura di botanico-viaggiatore-geografo-etnologo, testimoniano l'intensa attività condotta per oltre cinquant'anni da un bolognese "divorato" da una vera e propria passione per il mondo balcanico affacciato sull'Adriatico.
La mostra, curata da Maria Grazia Bollini e Anna Manfron, costituisce l'occasione per presentare al pubblico i risultati del lavoro di inventariazione scientifica dell'archivio, composto dalle carte e dai documenti prodotti o appartenuti ad Antonio Baldacci, che dal 1899 ricoprì la cattedra di Botanica e dal 1901 quella di Geografia presso l'ateneo bolognese, per essere poi incaricato nel 1902 dell'insegnamento di Geografia politica e coloniale nella Scuola Diplomatico-Coloniale annessa all'Università di Roma, e che compì tra il 1885 e il 1904 numerose spedizioni scientifiche in Montenegro, Albania, Epiro e Creta. Nel corso di questi viaggi accumulò non solo un copioso bagaglio di minuziose osservazioni scientifiche che riversò in un centinaio di pubblicazioni fra monografie e articoli, ma anche di conoscenze e amicizie che si rivelarono particolarmente utili per gli interessi economici, politici e militari del Governo italiano sull'altra sponda dell'Adriatico. Dal Ministero degli Esteri, dell'Interno e della Marina gli furono infatti affidati numerosi incarichi di carattere conoscitivo e anche diplomatico, che si intersecarono con le sue attività di studioso. Nella mostra sono esposte, oltre ad una scelta di lettere e documenti dall'archivio personale dello studioso, molte fotografie che illustrano la cultura e i costumi dei luoghi visitati, tra cui quelle scattate dallo stesso Baldacci, e le splendide immagini realizzate dallo Studio fotografico Marubi di Scutari.
Il lascito Baldacci, giunto all'Archiginnasio nel 2001, per il tramite
dei nipoti Lorenzo e Maria Teresa Arus, perpetua così la tradizione secondo
la quale la Biblioteca civica si è formata e si arricchisce grazie ai lasciti
testamentari e alle donazioni di illustri cittadini che l'hanno eletta come
custode delle memorie della comunità bolognese.
Il fondo archivistico "Antonio Baldacci", conservato nella Sezione dei manoscritti
e dei rari, comprende un carteggio con oltre 38.900 lettere ricevute, 2.799
cartoline e altra corrispondenza, carte e documenti personali, minute e
bozze di stampa, 6.092 biglietti da visita, 1.566 fotografie, 379 carte
geografiche.
La biblioteca Baldacci, composta da circa 4.000 tra volumi, opuscoli e periodici,
è stata schedata nel catalogo on line del Servizio Bibliotecario Nazionale
dando conto delle caratteristiche dei singoli volumi, come dediche e note
manoscritte, appunti, biglietti, ritagli di giornale inseriti tra le pagine.
Alla mostra organizzata dall'Archiginnasio viene contemporaneamente ad aggiungersi, grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e di Ravenna, la pubblicazione dell'inventario di questo corposo archivio: Una passione balcanica tra affari, botanica e politica coloniale. Il fondo Antonio Baldacci nella Biblioteca dell'Archiginnasio (1884-1950), a cura di Maria Grazia Bollini, Bologna, Comune, 2005, 830 p., quarto volume della collana "Biblioteca de "L'Archiginnasio"", destinato certamente a diventare strumento prezioso e pressoché ineludibile per quanti vorranno studiare non solo la botanica e l'etnologia del mondo balcanico, ma anche la storia di quei territori negli anni che videro lo sfaldarsi dell'Impero Ottomano, la nascita di nuove realtà statali affacciate sulla riva orientale dell'Adriatico, il dispiegarsi (dall'età di Crispi al regime fascista) degli interesse economici e coloniali italiani nell'area.