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MOSTRE

Mostra in ricordo di Luciano Anceschi "Un percorso attraverso i libri donati alla Biblioteca dell'Archiginnasio"
curata da Mariagiovanna Anceschi
5 maggio - 2 luglio 2005 Biblioteca dell'Archiginnasio - Quadriloggiato superiore
Orari: lunedì - venerdì ore 9 - 18,45; sabato ore 9 - 13,45
Ingresso libero.

La mostra

Luciano Anceschi (Milano, 1911- Bologna, 1995) fu professore emerito di Estetica nell'Università degli Studi di Bologna; scrittore e critico letterario, fondatore delle riviste "il verri" (1956) e "Studi di estetica" (1973); presidente dell'Ente Bolognese Manifestazioni Artistiche, dell'Accademia delle Scienze e dell'Accademia Clementina di Bologna, socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei di Roma.
Per ricordarne la figura e onorarne la memoria, nel decennale della morte, il 5 maggio 2005 la Biblioteca dell'Archiginnasio con il patrocinio dell'Università di Bologna e la collaborazione dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e del Dipartimento di Filosofia dell'Università di Bologna, ha organizzato una giornata di studio dedicata alla sua opera, intendendo per "opera" non solo la produzione critica e scientifica, ma anche l'insegnamento e l'attività prestata alla cultura, anche quella bolognese, in varie forme e ruoli, rispecchiata nell'articolarsi delle comunicazioni concernenti tutti gli ambiti di azione e intervento dello studioso, documentati anche da una ricca mostra bibliografica che accompagna questo convegno.
Ordinata con scansione insieme cronologica e tematica, l'esposizione parte dagli anni giovanili, quando studente alla facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Milano e giovane critico, Anceschi incomincia a partecipare attivamente al dibattito culturale, per abbracciare poi tutta la sua produzione e l'attività fino alla conclusione della carriera universitaria nel 1981.
La mostra ripercorre i punti nodali dell'attività del maestro che nel 1956 fonda 'il verri', la famosa rivista che dirigerà fino alla sua scomparsa, usandola come una sorta di laboratorio per la sua produzione, e insieme luogo vivo del dibattere, terreno di incontro aperto a un fare collettivo. Con la collaborazione di studiosi e poeti, spesso giovani, la rivista costituì ininterrottamente per quarant'anni una vetrina di orizzonti europei dove, nel dialogo continuo tra tradizione e innovazione, aperto a tutte le discipline, era costante la tensione verso un rinnovamento culturale.
La mostra è allestita nel quadriloggiato monumentale dell'Archiginnasio, nell'istituto cioè dove significativamente l'Anceschi volle fosse conservata la sua biblioteca, donata alla città con atto notarile del 15 ottobre 1991 e approvato poi con delibera del Comune di Bologna il 19 dicembre 1991, affinché i suoi libri potessero proseguire il loro servizio tra le mani di quegli studenti, i nuovi lettori, cui il professore aveva sempre rivolto il primo pensiero.
La nipote Giovanna Anceschi curatrice della mostra ha rievocato i punti salienti dell'attività del nonno con una una scelta di pezzi tratti da una libreria e un archivio quanto mai ricchi di documenti, testimoni del fervore intellettuale di gran parte del Novecento. Il lascito alla Biblioteca Civica infatti comprende circa 30.000 stampati, fra volumi (27.000) ed estratti (3.000), che, pur non essendo stati cercati, scelti ed accolti con spirito di collezionismo bibliofilico, sono tuttavia da considerarsi nella loro individualità in larga parte rari o addirittura rarissimi per edizione, provenienza, e frequente presenza di annotazioni: nell'insieme comunque tutti preziosi come fucina di lavoro; oltre 18.000 le lettere ricevute da più di 1.080 corrispondenti; migliaia gli autografi, manoscritti e dattiloscritti, dell'Anceschi, così come di molti altri scrittori, che a lui si rivolgevano per amicizia, per una valutazione critica, per essere poi pubblicati sulle sue riviste.
(testo di Valeria Roncuzzi)

Il lascito di Luciano Anceschi alla Biblioteca dell'Archiginnasio

Il desiderio dello studioso di destinare nella loro integrità ad una pubblica biblioteca libri e documenti conservati nella sua abitazione bolognese, continuando però a fruirne in vita per i propri studi, trovò soluzione grazie all'amico, e componente del "Gruppo 63", Giuseppe Guglielmi, che, direttore negli anni Ottanta dell'Istituto per i beni culturali, opportunamente suggerì all'Anceschi di procedere ad una donazione al Comune di Bologna per il tramite e sotto l'egida della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'Emilia-Romagna, con la clausola dell'usufrutto vitalizio del bene donato.
Individuata la Biblioteca dell'Archiginnasio come destinazione naturale delle raccolte, l'atto di donazione, stipulato davanti al notaio Maria Antonietta Ventre il 15 ottobre 1991, fu approvato con delibera del Comune di Bologna il 19 dicembre 1991 (prot. gen. n. 79723/91).
Il lavoro di riordino e inventariazione, curato per quasi un decennio dalla Soprintendenza direttamente nella casa-biblioteca di via Finelli 3, alla presenza dello stesso professore che aveva disposto la suddivisione per materie, e con l'aiuto della moglie, signora Maria Cannito Anceschi, fece emergere in tutta la loro complessità, materiale e culturale, una libreria e un archivio quanto mai ricchi di documenti, testimoni del fervore intellettuale di gran parte del Novecento: circa 30.000 gli stampati, fra volumi (27.000) ed estratti (3.000), che, pur non essendo stati cercati, scelti ed accolti con spirito di collezionismo bibliofilico, sono tuttavia da considerarsi nella loro individualità in larga parte rari o addirittura rarissimi per edizione, provenienza, e frequente presenza di annotazioni, nell'insieme comunque tutti preziosi come fucina di lavoro; oltre 18.000 le lettere ricevute da più di 1.080 corrispondenti; migliaia gli autografi, manoscritti e dattiloscritti, dell'Anceschi, così come di molti altri scrittori, che a lui si rivolgevano per amicizia, per una valutazione critica, per essere pubblicati sulle sue riviste.
Dopo la morte dello scrittore, seguìto dalla moglie meno di un anno dopo, furono consegnati all'Archiginnasio dapprima la libreria, il 21 giugno 1996 (cfr. BCA, Archivio, prot. n. 1459/III, del 31 luglio 1996), poi, il 28 ottobre 1997, dopo un periodo di provvisorio deposito presso la Soprintendenza per il proseguimento dell'inventariazione, l'archivio e l'epistolario (cfr. BCA, Archivio, prot. n. 1919/III, con allegato l'elenco di consistenza). Nella sala 5 al secondo piano della Biblioteca, allestita per l'occasione, la raccolta dei volumi e degli stampati fu collocata dai bibliotecari Gianfranco Onofri e Michele Giorgio, sempre con l'intento di salvaguardarne il valore di legame, nel rispetto della sua precedente disposizione quale si era venuta sedimentando nell'appartamento del professore; la parte manoscritta e documentaria, con annesso carteggio, andò a costituire nel reparto archivistico della Sezione manoscritti e rari uno specifico "Fondo Anceschi".
Scheda di Sandra Saccone, tratta da: Valeria Roncuzzi Roversi-Monaco e Sandra Saccone, Librerie private nella Biblioteca pubblica. Doni , lasciti e acquisti, in Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio. Bologna, a cura di Pierangelo Bellettini, Firenze, Nardini editore, 2001, pp. 116-117.