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PRESENTAZIONE DI LIBRI, CONVEGNI E CONFERENZE

     

INCONTRI CON GLI AUTORI nella Sala dello Stabat Mater

Mercoledì 21 marzo 2007, ore 17.00
Presentazione del libro
Giovanni Luigi Valesio. Ritratto de “l’Instabile academico incaminato”,
di Kenichi Takahashi
(Bologna, Casa Editrice Clueb, € 25,00)
Intervengono: Marinella Pigozzi e Angelo Mazza

Il volume, riccamente illustrato, è la prima monografia dedicata al pittore e incisore Gian Luigi Valesio (Bologna, circa 1570 - Roma, 1633).
Valesio, l’Instabile tra gli Incamminati al tempo della direzione di Ludovico Carracci, l’accademico dei Selvaggi a Bologna e di San Luca a Roma, ha lasciato testimonianze della sua molteplice attività di schermitore, musicista, ballerino, miniatore, calligrafo, disegnatore e incisore, poeta, amico di poeti e letterati, apparatore teatrale.
Ha operato non solo a Bologna, anche sul lago di Como, a Peglio presso Gravedona, a Modena, a Reggio Emilia, a Roma e nelle terre laziali dei Ludovisi. Partecipa agli apparati funebri per Agostino Carracci, realizzati il 18 gennaio 1603 dalla Confraternita della Morte e dai membri dell’accademia degli Incamminati, già dei Desiderosi, nella chiesa bolognese di Santa Maria della Morte. La cerimonia si svolge con un anno di ritardo sulla morte dell’artista.
A Valesio compete una delle decorazioni della colonna celebrativa scelta quale macchina funebre dal cugino Ludovico e dagli allievi Incamminati: Apollo con le Muse onora il sepolcro del pittore. Ma già nel 1601 aveva inciso, con l’epiteto di Avvivato, temi religiosi da opere pittoriche di Pietro Faccini. Giustamente Takahashi suggerisce di vederlo inserito a questa data nell’accademia aperta dal giovane rivale dei Carracci negli ambienti di proprietà dello scultore Domenico Maria Mirandola, anch’egli reduce dai Desiderosi. Le stanze si trovavano in via del Guazzoduro, nella parrocchia di San Tommaso del Mercato, proprio di fronte a quelle dei Carracci. La morte prematura dell’eccentrico, bizzarro, irregolare Faccini nel 1602 fu certo determinante per il passaggio nella cerchia dei Carracci. Ben inserito negli ambienti pittorici cittadini, è Malvasia a ricordarcelo vincitore per nove volte nei concorsi di valutazione indetti periodicamente all’interno dell’Accademia dei Carracci. Lo storiografo lo apprezza quale miniatore ed incisore, paragonandolo per la sua linea essenziale e neoprimitiva addirittura a Giotto. Non lo stima come pittore, anzi usa nei suoi confronti parole ed epiteti piuttosto duri. In Felsina pittrice, l’assenza del viso di Valesio nell’ovale che avrebbe dovuto contenere il suo ritratto, sembra significare il rifiuto da parte dello studioso di Valesio pittore. Bene Takahashi ricorda la formazione con Ludovico Carracci, le suggestioni dello Spada caravaggesco, di Guercino, gli esiti reniani negli anni romani. Ricorda la sua abilità nel relazionarsi alle sfere più alte dell’aristocrazia, la lunga collaborazione con i Ludovisi e il suo trasferirsi a Roma, crocevia ancora per pochi decenni del mondo dell’arte. Diventano allora fondamentali, lo sottolinea Takahashi, le informazioni di Giovanni Baglione. Prepara disegni e trafori per i ricami della contessa Lavinia Albergati, moglie di Orazio Ludovisi; è segretario del cardinale Ludovico, il nipote di papa Gregorio XV, il bolognese Ludovico Ludovisi; è nominato custode dei giardini di Porta Pinciana a Roma, della galleria e del Guardaroba pontificio; interviene a Zagarolo nella decorazione del palazzo ducale acquistato dal cardinale Ludovisi nel 1622. La commemorazione dell’anniversario della morte di papa Ludovisi, il 24 luglio 1624, sollecitato dal nipote, il cardinale Ludovico, allora arcivescovo di Bologna, nella cattedrale di San Pietro, lo riconduce momentaneamente nella città che lo aveva accolto all’inizio della sua multiforme carriera. (Marinella Pigozzi)

Kenichi Takahashi, nato a Iwaki (Fukushima, Giappone), insegna Storia dell'arte presso l'Università di Wakayama, Giappone. Si occupa soprattutto nell'arte bolognese del Seicento, e ha pubblicato diversi studi su questo argomento.