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PRESENTAZIONE DI LIBRI, CONVEGNI E CONFERENZE

Scritture di colonia. Lettere di Pia Maria Pezzoli dall'Africa orientale a Bologna (1936-1943)
Venerdì 25 febbraio ore 17,00 Sala dello Stabat Mater
Scritture di colonia. Lettere di Pia Maria Pezzoli dall'Africa orientale a Bologna (1936-1943) di Gianni Dore, Ed.Patron, collana ERBA.
Ne parleranno con l'autore: Vita Fortunati, Anna Maria Gentili, Ezio Raimondi,
Fabio Alberto Roversi-Monaco, Maria Virgilio. Introduce: Cristiana Govi Morigi.

Il libro
Una rara ed avvincente memoria di colonia al femminile, quella proposta dall'epistolario di Pia Maria Pezzoli approdata in Eritrea per seguire l'amatissimo marito, Giovan Battista Ellero, funzionario coloniale. Singolare, rispetto ad altre esperienze, per diverse ragioni.
Pia non è una casalinga: viene da una famiglia di borghesia rurale e commerciale, parte lasciandosi alle spalle il ruolo di procuratrice legale, condiviso con poche altre nella Bologna degli anni Trenta. Inizialmente voleva diventare medico, e a medicina s'iscrive in colonia nel 1938. Le sue lettere rivelano anzitutto lei stessa, una donna forte, sicura, pratica, non conformista e affatto retorica, molto attenta a tenersi informata di quel che succede in Italia ed insieme osservatrice curiosa dell'Africa, dei suoi paesaggi, abitanti, usi e costumi. Senza sovrastrutture o inconfessate ambizioni di un pubblico più vasto, scrive ai familiari la cronaca della propria vita lontana, e restituisce in questo modo una fotografia singolare e vera di quegli anni e di quei luoghi.
Pia e il marito provengono da Bologna, che a metà degli anni Trenta è una delle città e province pienamente coinvolte nella propaganda coloniale e nel reclutamento di guerra, che appare come occasione per aprire una possibilità migratoria a un'economia in crisi. Per i due coniugi, la scelta professionale si fonde con il desiderio dell'esotico, alimentato, come per altri, da letture di viaggio e di esplorazioni, come testimonia la loro biblioteca personale, con l'accettazione di valori dell'ideologia coloniale ed insieme la volontà di sfuggire da una vita provinciale e di dare un nuovo sfondo geografico e sociale a una vita matrimoniale appena iniziata. In Italia Pia rientrerà vedova, dopo la morte del marito prigioniero di guerra nell'affondamento del Nova Scotia da parte di un sottomarino tedesco. Arriva il 2 settembre del '43 e ritrova una Bologna occupata dai nazisti e sotto i bombardamenti, il marito perduto insieme ad un sogno africano che continua ad alimentare ancora per molti anni.
Le sue lettere, insieme con quelle di Ellero dal campo di prigionia che costituiscono la seconda voce di questo epistolario, sono ora patrimonio pubblico grazie alla donazione degli eredi alla Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna. La loro pubblicazione nella collana ERBA della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC della regione Emilia-Romagna offre agli studiosi e non solo l'opportunità di uno sguardo originale e fresco sugli anni del colonialismo italiano ed insieme un ritratto di donna singolare della Bologna della prima metà del Novecento.
(tratto da: http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it/soprintendenza/htm/erba55.htm)