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PRESENTAZIONE DI LIBRI, CONVEGNI E CONFERENZE

  L'Altra Arte. Bologna 1880-1980... e oltre
Tre incontri a cura di Marilena-Pasquali

Mercoledì 9 febbraio 2011, ore 17,30
Da Marcello Dudovich ad Andrea Pazienza. Il disegno tra invenzione e comunicazione
Prosegue lo scandaglio che Marilena Pasquali ha iniziato nel 2006 all’interno dell’arte bolognese del XX secolo, per approfondire la conoscenza dei protagonisti ma anche di vicende poco note se non addirittura dimenticate. La serie di incontri di quest’anno è dedicata a settori d’immagine abitualmente meno frequentati dalla critica d’arte, come la grafica applicata, il design e la grafica d’autore.
Se per quest’ultima l’appartenenza alla dimensione artistica è persino scontata, per il mondo dell’illustrazione e per quello del design è necessario compiere uno spostamento di angolazione di diversi gradi perché lo sguardo possa coglierne le possibili, sorprendenti implicazioni artistiche.
Fin dalla formulazione dei titoli si è voluto sottolineare la reale complessità del tema, costruendo accostamenti volutamente azzardati e quasi provocatori che avvicinano nomi e situazioni tanto diverse negli anni e nei linguaggi da apparire quasi incompatibili.
Ma il mondo dell’immagine – e questo è il proposito dichiarato dei tre incontri – è molto più vasto di quello tradizionalmente definito come pittura, scultura e arti del disegno. Questa è oggi una posizione critica largamente condivisa, che è ormai doveroso assumere anche – e almeno – per tutta l’arte del XX secolo. Si può in tal modo ampliare l’orizzonte dello sguardo per apprezzare l’artisticità di un cartellone pubblicitario o di una sedia, di un ricamo e di un fumetto.
La grafica d’autore partecipa ai due mondi, quello dell’arte pura e quello dell’arte applicata, presentandosi così di artista in artista, di stagione in stagione, ora come immediata espressione visiva di un pensiero, ed ora come sua applicazione nel mondo della comunicazione.

Mercoledì 16 febbraio 2011,ore 17.30
Dall'Aemilia Ars a Dino Gavina. La bellezza dell'oggetto
La storica dell'arte Marilena Pasquali prosegue il suo cammino all’interno dei settori d’immagine meno frequentati dell’arte bolognese del XX secolo, come la grafica applicata, il design e la grafica d’autore, per condurre lo sguardo dell'osservatore ad apprezzare l’artisticità di un cartellone pubblicitario e di una sedia, di un ricamo e di un fumetto: due mondi, quello dell’arte pura e quello dell’arte applicata, che si presentano così di artista in artista, di stagione in stagione, ora come immediata espressione visiva di un pensiero, ed ora come sua applicazione nel mondo della comunicazione.
In particolare, questa volta, il fil rouge si dipanerà dai merletti (ma non solo) dell'Aemilia Ars ai mobili di Dino Cavina, dalla società promossa nel 1898 dall'architetto e restauratore Alfonso Rubbiani e dal conte Francesco Cavazza per fornire alle industrie e ai laboratori artigiani modelli tratti dal repertorio antico, all'attività di uno dei più significativi imprenditori italiani del design della seconda metà del Novecento nel campo dell'arredamento, dell'illuminazione e dell'arredo urbano: un percorso compiuto sempre e totalmente sotto il segno del criterio di "bellezza" da applicare anche agli oggetti di uso quotidiano, capace al contempo di "proteggere la tradizione delle arti e industrie decorative della regione emiliana" e di dar vita ad un rinnovamento nel seno delle medesime arti.

Mercoledì 23 febbraio 2011, ore 17.30
Da Adolfo De Carolis a Luciano De Vita.La grafìca d'autore
La serie di incontri di quest’anno viene conclusa dalla storica dell’arte con una panoramica sulla grafica bolognese del Novecento.
La grafica d’autore infatti partecipa pienamente ai due mondi, quello dell’arte pura e quello dell’arte applicata, presentandosi così di artista in artista, di stagione in stagione, ora come immediata espressione visiva di un pensiero, ora come sua applicazione nel mondo della comunicazione.
I due estremi sono emblematicamente assunti in Adolfo De Carolis (Montefiore dell'Aso, 1874 - Roma, 1928) e Luciano De Vita (Ancona, 1929 - Bologna, 1992).
Il primo, lo “straniero” che a Bologna si fa notare per aver vinto nel 1908 il concorso per la decorazione del Salone del Podestà, apre il “secolo breve” da protagonista dell'”arte nuova” italiana idealista e simbolista - non a caso è stato un collaboratore di D’Annunzio -, influendo in modo determinante negli sviluppi formativi del gusto floreale e operando con pari impegno nei campi dell'illustrazione, della pittura e della fotografia.
Il secondo, un artista che si è dedicato con passione e vitalità alla pittura, soprattutto nella piena maturità, è però soprattutto un grande incisore, fin da quando era venuto a Bologna per seguirvi il corso di Tecniche dell’Incisione tenuto all’Accademia di Belle Arti da Giorgio Morandi, e spesso ha scelto di porre la propria grafica, nella quale si distingue in particolare per la realizzazione di 'uomini-mostri' trattati in varie serie, al fecondo servizio di attività esterne al mondo dell’arte pura, collaborando persino con il teatro d’opera, ad esempio come autore nel 1969 per il Teatro Comunale bolognese delle scene e dei costumi della pucciniana Turandot e, nel 1971, dell'Otello verdiano, fino all'Aida del 1981, della quale sarà addirittura regista.

Ogni incontro sarà accompagnato dalla proiezione di immagini.