Giovedì 28 ottobre, ore 17
La fabbrica della salute e la fabbrica della malattia
"La medicina semini dubbi"
Presentazione del libro di Francesco Domenico Capizzi
Ne discutono con l'autore:
Alessandro Baldini Medico, Comitati Dossetti
Augusto Barbera Costituzionalista, Università di Bologna
Giancarlo Gaeta Storico del Cristianesimo, Università di Firenze
Adriano Prosperi Storico, Scuola Normale Superiore di Pisa
Stefano Zamagni Economista, Università di Bologna
I termini progresso e sviluppo, di memoria pasoliniana, subiscono equivoci
nel linguaggio corrente come se l'un termine equivalesse all'altro: l'idealità
di un progresso sociale è confusa con il pragmatismo economico dello
sviluppo industriale e tecnologico, in disuso nella politica, nelle sedi
della cultura e delle aggregazioni e organizzazioni sociali. Semplicemente,
la parola " progresso" è sparita dal vocabolario quotidiano
e assorbita da "sviluppo". Non che i due concetti siano necessariamente
contrapposti: possono essere contenuti nel medesimo circolo virtuoso con
il centro occupato dal bene comune.
La lettura storica di ogni epoca dimostra la prevalenza dello sviluppo sul
progresso e la marginalità del bene comune fino a raggiungere divaricazioni
estreme e conclusioni drammatiche. Questa constatazione vale anche per Scienza
e Medicina, le cui finalità e realizzazioni si prestano a valutazioni
differenti a seconda che siano esaminate con la lente del progresso o dello
sviluppo.
La Medicina, al pari delle dinamiche politiche e sociali, persegue uno suo
sviluppo clinico-tecnologico-organizzativo piuttosto che un reale progresso
nel contrastare le radici delle diffuse e incalzanti malattie cronico-degenerative
- cancro, malattie cardiocircolatorie e respiratorie, obesità, cirrosi,
malattie autoimmuni e da stress, ecc. - sostenute in larga parte da fattori
culturali e sociali. Un vero paradosso: in luoghi definiti la malattia si
diagnostica e si cura, in altri si conserva e si riproduce l'humus su cui
si sviluppa e da cui si propaga. In altre parole, la Medicina cura spesso
malattie evitabili ab initio con risultati che testimoniano i limiti della
sua stessa azione. Una Medicina assoggettata alle logiche dello sviluppo
rischia di rimanere relegata nel ruolo di stabilizzatore culturale e sociale
e di continuare ad abdicare al suo compito fondamentale: la tutela della
salute.
Una Medicina inedita può realizzare questo compito se intende riflettere
la propria formidabile esperienza clinica su Istituzioni e Società:
conoscenza e coscienza critica sulle forme della conoscenza e della coscienza
individuale e collettiva. (f.d.c.)
INVITO >
Francesco Domenico Capizzi, medico e chirurgo, è stato docente
di Chirurgia generale presso l'Università di Bologna e direttore
della Chirurgia generale degli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna.
Attualmente opera presso ospedali privati accreditati con il Sistema Sanitario
Nazionale. È tra i pionieri della Chirurgia laparoscopica e cofondatore
delle Associazioni culturali "Simone Weil" e "La Bottega
dell'Elefante".
Info: Edizioni Diabasis tel. 0522 432727 www.diabasis.it