Mercoledì 7 aprile, ore 17.30, Sala dello Stabat Mater
Gabriele Bonazzi legge Fiori/Blumen di Arthur Schnitzler
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti
Risulterebbe anche troppo facile, a proposito di Schnitzler, parlare di
decadenza di una comunità sociale e politica (quella austriaca) alla
vigilia della sua dissoluzione o presentare lo scrittore viennese come esempio
della crisi della coscienza europea e della sua civiltà. Schnitzler
non è Musil, né ha la tragica grandezza di Chècov,
tuttavia come scrittore (narratore e drammaturgo) Schnitzler è in
tal senso personaggio esemplare di grande interesse, testimone di una società
in declino. Anche a proposito della vicenda descritta dalla breve novella-monologo
Fiori, non sarebbe affatto fuori luogo parlare di ascendenze kierkegaardiane
o schopenhaueriane, rivedute magari in chiave freudiana (Schnitzler fu perfetto
contemporaneo di Freud, oltre che suo concittadino), là dove l'esaltazione
di una vita dissipata - un po' Casanova, un po' Don Giovanni - si scontra
e si sfalda di fronte all'irrompere della coscienza, al redde rationem che
il fantasma della defunta Mitzi, attraverso i suoi mestissimi fiori, impone
al suo ex amante. Un brivido di trascendenza coglie il protagonista, inducendolo
a riconoscere l'inconsistenza del suo essere, fino a quando però
una robusta "volontà di vivere" non lo risospinge nel vortice
della vita e nella dimenticanza incolpevole di sé: i fiori rinsecchiti,
ultimo richiamo verso il riconoscimento della propria inconsistenza, sono
sostituiti da un fragrante mazzo di "freschi lillà", dono
della giovane Greta, sua nuova compagna: la vita con le sue illusioni e
i suoi piccoli amori riprende il cammino.
Dalla biografia di Schniztler si deduce una vita inquieta e spensierata,
in una Vienna sul baratro della Prima Guerra Mondiale. Vino, donne e canti
(come recita il titolo di un celebre valzer di Strauss) dove l'irruzione
del trascendente (debole peraltro, non più che un dubbio o un'inquietudine)
si contrappone a tale spensieratezza. Il protagonista del racconto proposto
passa continuamente da un amore all'altro, ne vive più di uno alla
volta, ma non sopporta - lui - di essere tradito e quando questo avviene
il legame si interrompe violentemente. Così è stato per Mitzi,
personaggio reale della biografia dello scrittore e umiliata protagonista
della novella, il cui tradimento ha indotto Arthur a troncare ogni rapporto
con lei, che esce quindi dalla sua vita, lasciandogli soltanto un gentile
ricordo: un bouquet di fiori che Mitzi era solita inviargli ogni mese in
ricordo di una felice ricorrenza. E anche quando lei muore, quei fiori muti
continueranno a raggiungerlo ancora una volta e a tormentarlo con la loro
presenza.
Il racconto di oggi, vero monologo interiore al pari del Luogotenente
Gustl e della Signorina Else (due vertici assoluti della produzione
di Schnitzler), è stato integrato da passi tratti dalle sue riflessioni
diaristiche e da passi costruiti e adattati appositamente. La traduzione
è di Gabriele Bonazzi. Fiori è già andato in
scena al Teatro del Navile di Bologna nel febbraio scorso. Quest'oggi viene
presentato soltanto in forma di lettura, senza i previsti apparati scenici.
ARTHUR SCHNITZLER (Vienna 1862-1931), medico, poi scrittore e drammaturgo tra i più brillanti e caustici in Europa. Di lui segnaliamo i testi teatrali: Amoretto (1896), Al pappagallo verde (1899), Girotondo (1903); i monologhi: Il luogotenente Gustl (1901), La signorina Else (1924); il romanzo: Il ritorno di Casanova (1918), e numerosi racconti, tra cui Morire (1895), di poco successivo al racconto-monologo di oggi. | |
GABRIELE BONAZZI, bolognese, ha insegnato italiano presso l'università di Heidelberg e dal 1972 filosofia e storia nei licei classici della città. Annunciatore presso la sede Rai di Bologna tra il 1965 e il 1972, diplomato presso l'Accademia Antoniana d'Arte drammatica di Bologna, ha svolto in parallelo attività teatrali, sia come interprete sia come scrittore. Nel 2002 con il testo Turn over ha vinto il premio nazionale Vallecorsi. Il 18 marzo scorso è andato in scena un percorso di suoi micromonologhi al Teatro Puccini di Firenze. |