Venerdì 27 febbraio 2009, ore 17,30 - Sala dello Stabat
Mater Presentazione del volume di Anna Maria Matteucci L' originalità dell'architettura bolognese ed emiliana. Volume primo. Bologna, Bononia University Press, 2008, 320 p, € 50 Intervengono: Daniele Benati, Università di Bologna Sabine Frommel, École Pratique des Hautes Études, Parigi Anna Maria Matteucci Armandi, Università di Bologna |
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Il volume è stato pubblicato grazie al contributo
della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Così l'autrice illustra il suo lavoro: «Persuasa che l'architettura bolognese nel corso dei secoli presenti numerosi momenti di alta originalità, ho pensato di individuare, in questo primo volume che raccoglie i miei scritti, un percorso di eccellenze dal Duecento ai primi decenni del Cinquecento. È stato più volte ripetuto che il Duecento è il secolo in cui Bologna è fra le più importanti città europee, per via anche dello Studio e della circolazione di idee favorita dalla presenza di studenti oltremontani. La cultura artistica bolognese, pur conservando aspetti specifici propri, si presenta ben raramente quale esito di un'enclave. L'incidenza dell'architettura francese si evidenzia nella chiesa di San Francesco, mentre la conoscenza del mondo classico si evince dalle prime tombe dei lettori dello Studio. Sfida i secoli il collegio di Spagna, che diverrà modello per altri collegi e altre sedi universitarie grazie alle indicazioni progettuali impartite dal grande cardinale Albornoz. Bologna risorge alla fine del Trecento con il governo del popolo e delle arti quando un'ardimentosa classe al potere si impegna, con Antonio di Vincenzo. in straordinari edifici che non parlano certo di "imminenti tramonti". Sintesi del Gotico settentrionale e del Gotico mediterraneo è la basilica di San Petronio. I notai e i mercanti (anche del Quattrocento) occuparono con i loro nuovi edifici posizioni privilegiate, mentre i padri Serviti fecero realizzare ad Antonio di Vincenzo quell'arioso lungo portico in marmo quando la città presentava ancora tanti portici lignei. Per avere iniziative di pari livello bisogna attendere Giovanni Il Bentivoglio, non solo impegnato nell'erigere le sue dimore auree, ma nel rinnovare l'assetto urbanistico di Bologna, vuoi aprendo piazze vuoi creando la via Imperiale sul tracciato dell'antico decumano. Il rinnovo del palazzo del Podestà unisce, in un'originale sintesi, monumentalità romane a preziose ornamentazioni tipiche della cultura signorile bolognese. Fu voluto dal Bentivoglio per dimostrare l'importanza e l'indipendenza della sua città dal governo pontificio. La distruzione della domus magna ha lasciato un vuoto incolmabile, ma palazzi privati e pubblici (quelli degli Strazzaroli, ad esempio) aprono la possibilità di una sua virtuale ricostruzione, certo con l'aiuto dei tanti testi dell'epoca che l'hanno descritta e di recenti indagini. L'originalità dell'architettura bolognese sta anche nella fedeltà al portico, poiché non sono molti gli esempi di facciate alla romanama pure in questi casi, per dirla con Arnaldo Bruschi, "i modelli vengono reinterpretati". L'ultimo capitolo del volume è sulle dimore dei lettori dello Studio, edifici che si caratterizzano per una volontà di distinguersi dal panorama architettonico coevo, ideati quasi fossero manifesti del pensiero e delle speculazioni dei loro committenti». L'originalità dell'architettura bolognese ed emilianadalla fine del Cinquecento all'età tardobarocca sarà indagata in un secondo tomo, di prossima pubblicazione Anna Maria Matteucci è Professore emerito di Storia dell'arte medievale e moderna e docente di Storia dell'architettura alla Scuola di Specializzazione del Dipartimento delle Arti Visive dell'Università di Bologna. |